il Macrico cos’è

Stima dell’esistente edificato in area MACRICO:

Fabbricati aperti in metallo : 19.000 mq (110.000 mc)

Fabbricati chiusi in metallo: 27.000 mq (113.000 mc)

Fabbricati aperti in muratura: 133 mq (488 mc)

Fabbricati chiusi in muratura: 32.600 mq (229.000 mc)

Fabbricati aperti misti (muro-lamiera): 500 mq (2500 mc)

Fabbricati chiusi misti (muro-lamiera): 6500 mq (43700 mc)

Riepilogo
Superficie totale: 324500 mq
Superficie edificata 85700 mq
Volumi edificati 500.000 mc
Indice Costruito (vol/sup): 1,54

L’area denominata ex “MACRICO” (Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati) è un’area centralissima della città di Caserta, recentemente dismessa dal Ministero della Difesa.

La sua superficie totale è di 324.533 mq. ed è in posizione urbanisticamente strategica, in quanto si trova al terminale est dell’asse viario di Corso Trieste, la strada principale della città, che conduce, a ovest, alla Reggia di Caserta.

L’area è di proprietà dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero, anche se è tuttora in possesso del Ministero della Difesa, a causa di un contenzioso in atto fra I.D.S.C. e lo stesso Ministero, per l’ammontare dei fitti pregressi.

Allo stato attuale la zona, principalmente coperta da alberature (anche essenze pregiate), si presenta  occupata da costruzioni, in parte in muratura e in parte capannoni in lamiera, con presenza, in questi ultimi, di amianto.

L’area presenta un interesse, oltre che urbanistico e ambientale, anche dal punto di vista storico-artistico: si tratta infatti del cosiddetto “Campo di Marte”, zona destinata alle esercitazioni militari dell’esercito borbonico, già pertinenza dell’antico edificio vescovile (XVII sec.), nel dopoguerra utilizzato dalle Forze Armate (Caserma Sacchi) e oggi in stato di totale abbandono.

Il Decreto di approvazione del vigente P.R.G. di Caserta prevede che tutte le zone militari dismesse debbano essere riclassificate come zone F, cioè destinate ad attrezzature pubbliche: norma molto opportuna, vista la carenza assoluta, rispetto agli standard di legge, di queste ultime. Basti pensare che, rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale (10 mq./ab.), la città di Caserta possiede solo circa 2 mq./ab. di verde.

La vicenda MACRICO è esplosa in città a seguito di una vibrante omelia pronunciata dal Vescovo di Caserta, Mons. Raffaele Nogaro, durante il Te Deum del 31 dicembre 2000, che chiariva la volontà di destinare, senza alcuna speculazione, alla città l’area, sconfessando, in pratica, l’operato del Presidente dell’ IDSC (Istituto di Sostentamento del Clero), il cui mandato era in scadenza. Il rappresentante dell’Istituto aveva firmato con l’Amministrazione comunale di Caserta un protocollo d’intesa che prevedeva la destinazione dell’area a “parco urbano vivo”, volendosi con ciò intendere compresenza di attrezzature e residenze.

Il 15 gennaio 2001 la sezione casertana di Italia Nostra, insieme a Legambiente e alla Fondazione Don Diana, rivolgevano alla città la proposta di un Comitato pro area MACRICO, al quale hanno aderito circa 40 associazioni, dall’ARCI all’Azione Cattolica, dalla LIPU al WWF.

In data 7 marzo 2001 il Comitato ha lanciato una raccolta pubblica di firme sulla proposta di destinare l’area a verde pubblico, zona F2 del P.R.G., cioè “territorio inedificabile destinato alla realizzazione di giardini pubblici, con i relativi arredi fissi richiesti per la loro più completa fruizione”. Questa scelta deriva sia dalla considerazione della assoluta carenza di verde pubblico sia dalla ricerca di una maggiore tutela rispetto a possibili speculazioni edilizie.

Trattandosi infatti di terreno inedificabile, consente il solo recupero delle costruzioni in muratura esistenti; la cubatura dei capannoni in lamiera, contenenti amianto, che dovranno essere abbattuti, non potrà essere riutilizzata sotto altra forma.

Il Comitato ha chiarito anche che per il recupero dell’area e quello delle costruzioni esistenti a fini religiosi, culturali e ricreativi, sarebbe auspicabile bandire un pubblico concorso di progettazione.

In particolare, sarebbe auspicabile utilizzare alcune costruzioni esistenti, per esempio a casa famiglia per handicappati, ma anche luogo di accoglienza per i lavoratori immigrati da altri Paesi: queste funzioni residenziali sarebbero utili  anche al controllo e alla sorveglianza nelle ore notturne.

La raccolta  promossa ha raggiunto le 10.000 firme e ha registrato un’entusiastica partecipazione dei cittadini. Il 7 maggio 2001 i portavoce del Comitato hanno incontrato il Consiglio dell’IDSC, al quale hanno offerto, nell’ambito delle competenze esistenti all’interno delle associazioni, consulenza gratuita, al fine di rendere concretamente attuabile, senza aggravio per l’Istituto, quanto richiesto dai cittadini casertani firmatari della petizione. Fra l’altro, si erano resi disponibili, a tal fine, anche  Consiglieri Nazionali di Italia Nostra.

Purtroppo, la proposta del Comitato non è stata presa in considerazione e, anzi, l’IDSC ha confermato i consulenti della precedente gestione: l’unico risultato ottenuto è stata una nota dell’Ordine degli Architetti di Caserta che intepretando erroneamente l’offerta di consulenza gratuita sulla destinazione dell’area ricordava il rispetto delle norme di deontologia professionale e auspicava un bando di concorso per la progettazione (dimenticando che il Comitato aveva lanciato la stessa idea tre mesi prima).

Il Presidente dell’I.D.S.C. D.Aragosa, con lettera aperta indirizzata ai cittadini casertani,  ha chiarito la richiesta della proprietà: realizzare 500.000 mc. , che si ritiene essere la cubatura esistente, calcolando in essa anche quanto, in termini urbanistici, non può essere conteggiato, come tettoie, capannoni in lamiera aperti e chiusi ecc, per realizzare residenze, uffici, strutture alberghiere, commerciali e quanto altro.

Il 6 novembre 2001 il Comitato ha organizzato un Convegno con la partecipazione dell’Arch. Vezio De Lucia, già Assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli, Consigliere nazionale di Italia Nostra, con gli Assessori Regionali Alois e Simoncelli, con l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Caserta, Arch.Greco, e il Presidente dell’I.D.S.C. D.Aragosa.

La proposta lanciata dall’Arch. De Lucia è stata quella di acquisire alla mano pubblica l’area, risarcendo in maniera adeguata la proprietà, anche attraverso l’utilizzo di fondi regionali: gli Assessori regionali presenti non hanno escluso tale possibilità, anzi l’Assessore all’Ambiente ha dato notizia  di fondi già disponibili per il risanamento dell’area dall’amianto.

Altra iniziativa lanciata è stata quella del referendum propositivo previsto dallo Statuto comunale di Caserta per conoscere quale sia l’idea dei cittadini sul futuro del MA.C.RI.CO. A seguito di tale proposta, si è scoperto che il Comune di Caserta non si è mai dotato del regolamento di attuazione dello Statuto; il Comitato ha quindi richiesto al Prefetto di Caserta di intervenire presso l’Amministrazione comunale perché venga finalmente approvato e si possa esercitare il diritto dei cittadini.

Convinzione del Comitato è che il futuro dell’area coincida col futuro stesso della città: è questa sicuramente l’ultima occasione  per migliorare le condizioni di vivibilità e per dotarsi degli standard di legge, cercando di risalire finalmente le classifiche nazionali che non a caso ci vedono sempre ultimi.

Il Comitato, avendo desunto tutti gli elementi dalle proposte emerse nella società civile, ha chiesto e proposto, in occasione delle ultime consultazioni amministrative, alle forze politiche, ai gruppi politici consiliari e ai candidati sindaci, di stringere un patto con la cittadinanza sui seguenti punti e condizioni di programma:

1) scelta della F2 come destinazione urbanistica dell’area MA.C.RI.CO.;

2) appoggio all’iniziativa del referendum propositivo, previa approvazione in tempi brevi del regolamento di attuazione dello Statuto comunale;

3) approvazione di un nuovo Piano Regolatore Generale della città che sancisca la fine dell’espansione edilizia, assuma come dato di partenza nel prossimo decennio la crescita nulla dei residenti,  riequilibri il rapporto attrezzature pubbliche/residenze e sia finalizzato allo sviluppo sostenibile della città nell’ottica della sua funzione turistica;

4) approvazione di Piani di Recupero che salvaguardino e valorizzino i centri storici della città e delle frazioni, impedendo abbattimenti, aumenti di volumetria e costruzioni negli orti urbani;

5) chiusura immediata delle cave e dei cementifici e recupero ambientale e paesistico delle aree dismesse, impedendo in esse qualsiasi edificazione;

6) miglioramento e conservazione degli spazi verdi esistenti all’interno dei rioni popolari e periferici e delle frazioni;

7) estensione a tutto il centro urbano dell’isola pedonale, dotando la città di un trasporto pubblico  efficiente e puntuale con navette elettriche.

Mancando su tali punti un’univoca visione da parte delle forze politiche, si è deciso di partecipare direttamente alle consultazioni, formando una lista civica denominata “Caserta viva-MACRICO verde”, che si è presentata nell’ambito della coalizione di centrosinistra ed ha raggiunto l’obiettivo prefissato di eleggere un consigliere comunale.

In data 1 luglio 2002 l’IDSC ha frattanto rotto gli indugi, presentando il proprio progetto per la destinazione dell’area, che prevede 500.000 mc. di costruzioni di vario genere e funzione.

Il Sindaco di Caserta ha, dal canto suo, avviato due iniziative: ha bandito un concorso di idee per la realizzazione nell’area del nuovo municipio (per il quale nel programma triennale delle opere pubbliche si prevede una spesa di € 15.000.000) e insediato una Commissione di Alta Vigilanza per l’esame dei progetti nel MACRICO e per la formulazione di proposte.

Il concorso è stato vinto dagli architetti Stefano Boeri, Raffaele Cutillo e Beniamino Servino, e Boeri è stato indicato come componente, fra gli altri, della stessa CAV.

Intanto, a seguito di un manifesto pubblicato dal Comune di Caserta, col quale si chiedeva ai cittadini di avanzare proposte per l’area, il Comitato ha consegnato, il 19 novembre u.s., le diecimila firme raccolte per la destinazione a verde pubblico. In data 11 aprile  ne era già stata data copia al Presidente della Regione Campania, On.le Bassolino, che, in quell’occasione, si era mostrato favorevole  e disponibile ad appoggiare la proposta del Comitato: stessa disponibilità si è ricevuta anche dall’Assessore all’Urbanistica della Regione Campania, Avv. Marco Di Lello, incontrato nell’ottobre scorso, al quale sono stati chiesti i fondi necessari per l’acquisizione dell’area.

In particolare, si è sottolineato, con l’Ass. Di Lello, il fatto che Caserta sta ricevendo dalla Regione Campania cospicui finanziamenti (PIT Grande Reggia, Programmi Integrati, Piani di Recupero Urbano), che hanno come obiettivo il rilancio dell’economia in chiave turistica e il recupero di migliori condizioni ambientali: non si può, in questo quadro, omettere una destinazione adeguata per il MACRICO.

L’Università, con la Facoltà di Scienze Naturali, ha proposto di realizzarvi un Orto Botanico, per il quale sarebbero necessari almeno 100.000 mq. e a questo progetto sta collaborando anche l’Azienda Forestale dello Stato.

Ultimo episodio della vicenda è la presentazione alla città di un progetto, commissionato dal Sindaco all’arch. Stefano Boeri, con gli arch. Cutillo e Servino, avvenuta sabato 4 ottobre u.s.

Le costruzioni ammontano a circa 190.000 mc. e sarebbero non meglio identificate “residenze speciali”, il nuovo Municipio, una struttura ricettiva e un museo.

L’area destinata a verde sarebbe circa l’ottanta per cento della superficie, ma la realizzazione e la gestione successiva delle opere (pari a 113 milioni di euro) sarebbero affidate a una società di trasformazione urbana pubblico-privata e per il momento non vi sono garanzie che le previsioni attuali non vengano ulteriormente stravolte.

Maria Carmela CAIOLA (2002)