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*CASERTA, EX MACRICO: SCENDE IN CAMPO “ITALIA NOSTRA” CONTRO LA SPECULAZIONE*

Adista n. 45, 30 dicembre 2023

*CASERTA, EX MACRICO: SCENDE IN CAMPO “ITALIA NOSTRA” CONTRO LA SPECULAZIONE*

41701 CASERTA-ADISTA. Che fine ha fatto l’ex Macrico? Dopo la grande kermesse del Festival “Laudato si’”, organizzata a fine settembre-inizio ottobre dalla diocesi guidata dal vescovo Pietro Lagnese (v. Adista Notizie n. 33/23), e i roboanti annunci dell’avvio del progetto di «rigenerazione urbana» affidato dalla Fondazione Casa Fratelli tutti (un ente creato ad hoc dalla Curia casertana) allo studio di architettura Alvisi-Kirimoto che avrebbe restituito l’ex Macrico ai cittadini, l’area di 33 ettari nel cuore di Caserta di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Caserta (Idsc) resta chiusa, abbandonata e inaccessibile. Come del resto lo è stata negli ultimi decenni, nonostante la contesa più che ventennale fra chi vorrebbe renderlo totalmente inedificabile e renderlo un parco pubblico interamente verde a disposizione dei casertani e chi invece immagina dei progetti di riqualificazione che prevedono anche diverse migliaia di metri cubi di cemento (v. Adista Notizie nn. 15, 20 e 28/23).

Dopo Pax Christi (v. Adista Notizie n. 35/23), ora anche Italia Nostra – che peraltro è fra gli enti fondatori del Comitato “Macrico Verde” e da sempre si batte perché all’area venga attribuita la destinazione urbanistica F2 (Verde pubblico) con indice di edificabilità pari a zero – torna a sollevare la questione con una lettera pubblica firmata dalla presidente nazionale Antonella Caroli e dal presidente del Consiglio regionale Campania di Italia Nostra, Massimo Maresca. 

Sull’area esistono due vincoli del Ministero della Cultura che non ammettono nuove edificazioni ma solo la ristrutturazione di quelle che già ci sono, si legge nella lettera. Eppure nel masterplan presentato dalla Fondazione Casa Fratelli Tutti compaiono nuovi edifici e si prevede l’abbattimento e la ricostruzione di quelli esistenti. Quindi, chiede Italia Nostra alla Fondazione e alla Curia casertana – che poi sono di fatto la stessa persona –, su quale ipotesi di destinazione urbanistica è stato realizzato lo studio di prefattibilità? Qual è la volumetria totale prevista? Come è possibile prevedere la demolizione e ricostruzione di edifici vincolati? Date le funzioni ipotizzate – fra cui la presenza di bar e ristoranti – e il finanziamento previsto da parte dei privati, come è possibile la fruizione pubblica dell’area?

«Queste domande sono state poste dallo stesso Comitato Macrico Verde, ma nessuna risposta precisa è arrivata, al di là di belle dichiarazioni d’intenti e generiche assicurazioni», conclude Italia Nostra, che «ribadisce la contrarietà a qualsiasi ipotesi di grave alterazione dell’area, la assoluta osservanza dei vincoli e la garanzia del rispetto delle norme». (luca kocci)